Perché Daniele fu gettato nella fossa dei leoni?
Uno degli esempi più belli del potere della fede nella Bibbia ci porta anche un assaggio di ciò che può accadere quando la maggioranza delle persone malvagie si alza contro la minoranza delle persone del bene. La storia è scritta nel sesto capitolo del libro di Daniele, nella Bibbia. La situazione di Daniele a Babilonia era questa:
Il re Dario stabilì tre presidenti a Babilonia, Daniele si distinse da tutti loro perché aveva uno spirito eccellente – e ovviamente perché era un uomo giusto e di Dio. Per questo, il re Dario pensava di promuovere Daniele sopra tutti gli altri, al di sotto soltanto del trono. Quando seppero della notizia, quegli altri presidente si unirono ai principi per trovare un modo di liberarsi di Daniele.
Daniele non fece alcun male né commise alcun crimine. Perché volevano liberarsi di lui allora? È semplice: perché la presenza di una persona del bene in un posto di autorità impedisce lo sviluppo dei progetti del male.
La strategia era di creare una TRAPPOLA, una RETE per incastrare Daniele con una legge che toccasse la sua fede. Crearono una legge che determinava: chiunque farà qualsiasi una richiesta ad un altro dio che non sia il re, sarebbe stato gettato nella fossa dei leoni. Loro, insieme, diedero questa idea al re come se avesse contribuito a fortificare la sua immagine e il suo governo – ma, in realtà, l’intenzione era di liberarsi di Daniele.
Ai giorni d’oggi, tante leggi sono ancora fatte con un’apparente intenzione di fare il bene, ma l’obiettivo di quelli che l’hanno create, è di fermare coloro che vogliono promuovere i valori di Dio e della famiglia.
Il re firmò il decreto. Detto fatto: passati alcuni giorni, i nemici di Daniele andarono a casa sua a spiarlo e lo sorpresero mentre pregava a Dio. Allora, andarono dal re per gettarlo nella fossa dei leoni, il quale, all’ascoltare queste parole, ne fu molto addolorato e si mise in animo di salvare Daniele (Daniele 6.14). Ma non si poteva fare niente. Neanche il re poteva liberarlo. Una volta che la legge era stata provata, doveva essere compiuta.
Non è l’azione dei malvagi che rovina il mondo, ma la mancanza di attitudine dei buoni.
Con un anello al dito, il re Dario, firmò la sentenza di Daniele (Daniele 6.17) Con il suo dito nel giorno 7 di ottobre, tu avrai la opportunità di impedire lo sviluppo dei progetti del male.
Ha collaborato: Vescovo Renato Cardoso